mercoledì 1 febbraio 2012

Uno a testa


di Michela Volante
Pubblicato nel 2006
Editore Frassinelli
230 pagine


TRAMA
Una nuova legge varata nella Repubblica Commerciale cambia il modo di vivere dei suoi cittadini: ogni persona maggiorenne ha diritto ad un proiettile, da poter sparare a qualsivoglia persona senza conseguenze penali; una valvola di sfogo per garantire l'ordine sociale, seondo quanto affermato dalle maggiori cariche politiche: ininfluente il costo delle vite umane.
CONSIDERAZIONI
Ho letto che qualcuno ritiene questo romanzo una scopiazzatura mal riuscita del racconto di Robert Sheckley (The Seventh Victim), invece io credo che non lo sia affatto. L'idea della pallottola legale può anche ricordarlo ma in verità ci sono moltissime differenze che portano a tutt'altro sviluppo della trama.
Michela Volante scrive benissimo, è una lettura scorrevole, arguta e non priva di riflessioni sociologiche: del resto l'assassinio consentito dalla legge non può che sollevare un certo tipo di domande.
Cosa succederebbe se avessimo tutti quanti la possibilità di uccidere una persona senza il problema di finire in carcere? saremmo comunque in grado di farlo, o ci sentiremmo legittimati a farlo solo perchè ci è concesso? come si sviluppa la società nella Repubblica Commerciale a seguito dell'introduzione di questa legge? quali nuove relazioni si instaurano con le persone che ti stanno accanto?
Ne consiglio vivamente la lettura
CITAZIONE
'L'uno a testa accorciava la prospettiva, il poi si faceva molto più vicino perchè la nuova legge si era caricata in spalla il cartello FINE e lo aveva piazzato più in là dell'adesso.
Poco più in là lo è sempre stato, pensava Sean accendendosi una sigaretta, però finora la capacità tutta umana di ignorarlo, di fingersi eterni aveva prevalso'.

'Sapeva di aziende che si erano messe a produrre caschi leggerissimi e trasparenti, come bolle di scafandri e sapeva anche che gli sguardi scettici suoi e degli altri, del tutto simili a quelli che avevano accolto i primi telefonini, preludevano a un guardaroba da palombaro. Rabbrividì ancora'.

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