sabato 12 settembre 2009

I love movies

(Watching the Detectives USA 2007 commedia)
Regia di Paul Soter
con Lucy Liu, Cillian Murphy

TRAMA
Neil è il proprietario di una piccola fornitissima videoteca in cui passa le giornate a chiacchierare coi suoi amici di vecchi film. Un giorno nella sua vita entra Violet, una ragazza imprevedibile che lo coinvolgerà in avventure assurde e divertenti, molto simili alle scene dei suoi tanto amati film.
CONSIDERAZIONE
E’ una commedia divertente e romantica passata un pò in sordina, ma i due attori sono bravi e l’umorismo è sottile: un giusto mix di amore (non smielato) e risate che rende la visione godibile sia a noi donzelle che ai maschietti. Mi sfuggono però come al solito le assurde elucubrazioni mentali che hanno portato alla scelta del titolo per gli italiani, di solito si fa una “liberissima” traduzione dall’inglese all’italiano, invece qui hanno semplicemente cambiato il titolo….boh.
La scena migliore: quella in cui Neil piange mentre compie i soliti gesti quotidiani.
CURIOSITA’
Presentato al Tribeca Film Festival, non ha avuto una distribuzione cinematografica, è uscito direttamente in home video.
CITAZIONE
“-Hai mai pensato che se avesssi un televisore vero probabilmente non sentiresti il bisogno di cacciarti in tutte queste avventure assurde?
-Preferisco pensare che siccome vivo una vita avventurosa non sento il bisogno di stare attaccata alla televisione…. e poi che cos’ha più di me un televisore?
- I giochi a premi?”

venerdì 11 settembre 2009

Segnali dal futuro

(Knowing USA\Australia 2009 thriller)
regia di Alex Proyas
con Nicolas Cage, Rose Byrne, Chandler Canterbury

TRAMA
Il professor Myles, partecipa alla riesumazione di una capsula del tempo nella scuola del figlio: capsula che contiene messaggi di alcuni studenti del 1959. Il messaggio che capita nelle mani di suo figlio però è una strana sequenza di numeri che attira la sua attenzione. Analizzando il foglio scoprirà infatti che i numeri non sono altro che precise predizioni di disastri succeduti negli ultimi 50 anni e di 3 che ne devono ancora accadere.
CONSIDERAZIONI
Ho trovato questo film molto avvincente i cui effetti speciali sono elettrizzanti e corredati del giusto pathos per sentirsi parte della scena, tanto da trattenere il fiato.
Cage, lo sappiamo bene, è un attore dalla mono-espressione, che delude spesso, non lo si ricorda per strabilianti interpretazioni, ma fortunatamente il film non si appoggia esclusivamente alla sua figura, quindi la sua presenza rende il film apprezzabile anche per chi non lo ama.
La trama mi ha sorpreso non poco: mi aspettavo tutt’altro e sinceramente non credo ancora di aver compreso realmente dove abbiano voluto andare a parare regista e sceneggiatore, probabilmente han voluto salvare capra e cavoli dando una sfumatura “religiosa” anche ad un film che in realtà, essendo fantascienza, di religioso dovrebbe avere ben poco. Insomma, un film il cui finale potrebbe far discutere, nel senso buono del termine però.
L’inizio del film invece è, secondo me, inequivocabilmente strepitoso, thriller così ormai se ne vedono pochi: la piccola Lucinda già di per sè mette i brividi, le voci in sottofondo, le apparizioni al piccolo Caleb poi sono letteralmente da incubo. Da vedere (meglio se al cinema).
CURIOSITA’
Le riprese sono iniziate a Melbourne, e in seguito sono state ricreate le ambientazioni di Boston, città in cui è ambientato il film.
CITAZIONE
“Io non credo che qualcuno possa predire il mio futuro. Comunque che importa? Moriremo tutti alla fine”.

sabato 5 settembre 2009

La prima sorsata di birra

COME SI INTITOLA IL LIBRO?
La prima sorsata di birra
CHI E’ L’AUTORE?
Philippe Delerm
DI CHE PARLA?
E’ una raccolta di brevi testi che descrivono i piccoli piaceri della vita: la prima sorsata di birra, cercare more nei boschi alla fine dell’estate, il primo maglione autunnale e così via.
QUANTO TI è PIACIUTO E PERCHE’?
Mi è piaciuto moltissimo, sa descrivere molto bene le sensazioni provate dalle piccole piacevoli sorprese quotidiane.
CHE COSA TI HA FATTO DECIDERE DI LEGGERE QUESTO LIBRO?
Il titolo, mi sembrava intrigante.
LO CONSIGLIERESTI? A CHI?
A tutti.
UNA COSA CHE TI HA COLPITO POSITIVAMENTE O NEGATIVAMENTE?
Le descrizioni così minuziose e geniali di un semplice gesto che alle volte ci si dimentica di assaporare.

venerdì 4 settembre 2009

Il cinema

Andare al cinema non significa propriamente uscire. Gli altri è quasi come se non ci fossero. L'essenziale è quella specie di titubanza ovattata che proviamo entrando nella sala. Il film non è cominciato, una luce da acquario smorza le conversazioni felpate. Tutto è smussato, vellutato, attutito. Con i piedi sulla moquette, ci precipitiamo con finta disinvoltura verso una fila di poltrone vuote. Non si può dire che ci sediamo e neppure che ci adagiamo sul sedile. Dobbiamo ammansire quel volume rigonfio tra il compatto e il soffice. Ci accomodiamo con piccole mosse voluttuose. E intanto il parallelismo, l'orientamento verso lo schermo uniscono l'adesione collettiva al piacere egoistico.
Ma la condivisione si ferma qui, o quasi. Che cosa sapremo di quell'omone disinvolto che legge il giornale tre file avanti? Forse che ride, nei momenti in cui non ridiamo; o peggio ancora che rimane in silenzio quando invece ridiamo noi. Al cinema non ci riveliamo. Usciamo per nasconderci, per acquattarci, per sprofondare. Siamo sul fondo della piscina e nel blu tutto proviene da quella finta scena senza profondità, abolita dallo schermo. Nessun odore, nessuno spiffero di vento in questa sala inclinata verso un'attesa piatta, astratta in questo spazio concepito per deificare una superficie.
Cala l'oscurità, si illumina l'altare. Ci mettiamo a galleggiare, pesci dell'aria, uccelli dell'acqua. Il corpo si intorpidisce e diventiamo campagna inglese, strada di New York o pioggia di Brest. Siamo la vita, la morte, l'amore, la guerra, immersi nel cono di un fascio di luce dove danza il pulviscolo. Quando arriva la parola "fine", rimaniamo prostrati, in apnea. Poi si riaccende la luce insopportabile. Bisogna tirarsi su nella bambagia e scrollarsi verso l'uscita come sonnambuli. Soprattutto non buttiamo subito lì parole che stroncano, giudicano, sottolineano. Sulla moquette vertiginosa, aspettiamo pazientemente che l'omone con il giornale sia passato davanti. Conserviamo, per qualche secondo, goffi cosmonauti, quella strana assenza di gravità."

Philippe Delerm (La prima sorsata di birra)

giovedì 3 settembre 2009

The strangers

(The strangers USA 2008 thriller)
Regia di Bryan Bertino
con Liv Tyler, Scott Speedman, Gemma Ward


TRAMA
Kristen e James, di ritorno da un matrimonio, decidono di trascorrere la notte nell’isolata casa estiva di lui. I due stanno passando un periodo di crisi e proprio mentre stanno discutendo sulla loro relazione qualcuno bussa alla porta: una ragazza bionda inizia insistentemente a bussar loro la porta, sarà solo l’inizio di una notte da incubo.
CONSIDERAZIONI
Un film che si presenta inizialmente come un terrificante incubo che solo una peperonata a cena può eguagliare si trasforma in uno dei peggiori thriller che io abbia visto in vita mia: uno dei più deludenti per lo meno, mi aspettavo di meglio da Liv Tyler.
E’ un susseguirsi di vicende che fanno saltare i nervi, perchè solo nei film i protagonisti riescono ad essere così deficienti da dimenticarsi il cellulare in giro, oltretutto scarico e quell’unica volte che se ne ha l’occasione chiamare gli amici invece che la polizia. Solo nei pessimi film il protagonista inciampa sul nulla, grida a sproposito e fa cose che noi umani non possiamo nemmeno immaginare. Bocciato. Lo terrei come esempio solo per gli innumerevoli luoghi comuni a proposito di americanate. Se volete vedere un film simile ma che è fatto decisamente meglio vi consiglio “Funny games” con Tim Roth e Naomi Watts.
CURIOSITA’
Il film prende anche ispirazione dal libro Helter Skelter, che documenta gli omicidi perpetrati dalla famiglia Manson. James Hoyt e la fidanzata, che nel film all’inizio vengono presentati come realmente esistiti, in realtà sono personaggi inventati.
CITAZIONE
« Perché ci fate questo?
Perché eravate in casa »

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